Claudia Capone
Laboratorio nel bosco con le scuole materne

Laboratorio nel bosco con le scuole materne

In una recente riformulazione, la biofilia è stata definita come «l’innata tendenza a concentrare l’attenzione sulle forme di vita e su tutto ciò che le ricorda, e in alcuni casi ad affiliarsi con esse emotivamente» (E.O. Wilson). La biofilia sembra manifestarsi precocemente già nei bambini in età scolare e potrebbe rivelarsi una risorsa fondamentale per lo sviluppo di una cultura ecologica profonda.

L’empatia, qui intesa come la capacità di sentire, comprendere e condividere i pensieri e le emozioni di un’altra persona, evolve con lo sviluppo psichico del bambino. E’ intorno ai 3-4 anni che il bambino esperisce le prime forme di empatia per condivisione partecipatoria che lo accompagneranno per tutta l’infanzia. Nell’adolescenza, con lo sviluppo di una capacità cognitiva sempre più sofisticata, la capacità di sentire e condividere pensieri ed emozioni altrui si estende fino a comprendere interi gruppi sociali (empatia per condizioni generali; Bonino, 1998) e, in forma traslata, a partecipare delle “emozioni” e dell’espressività degli animali, alla sacralità della vita vegetale (Hill, 2000) e di certi luoghi naturali (Naess, 1976; Snyder, 1990). L’empatia si trasforma così in partecipazione differenziata alle diverse forme di vita e agli oggetti naturali (Barbiero, 2007).

La biofilia è anche la base psicobiologica dell’intelligenza naturalistica, che può emergere ed essere valorizzata solo attraverso il contatto diretto con la natura ed una educazione appropriata (Barbiero & Berto, 2016). All’interno della teoria delle intelligenze multiple, l’intelligenza naturalistica è “l’abilità di entrare in connessione profonda con il mondo vivente e di apprezzare l’effetto che questa relazione ha su di noi e sull’ambiente stesso” (Gardner, 1999).

(Fonti Web)

Facebook
Instagram